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martedì 30 giugno 2009

Nella tragedia...il miracolo...

PARIGI (30 giugno) - Di nuovo un Airbus inghiottito dal mare, ancora una tragedia e un lutto che colpiscono duramente la Francia. Un mese dopo - era la notte fra il 31 maggio e il 1/o giugno - l'incidente dell'Airbus 330 Rio de Janiero-Parigi che ha causato la morte di 228 persone, un Airbus 310 della compagnia di bandiera Yemenia è precipitato al largo delle isole Comore con 153 passeggeri a bordo, una sessantina dei quali francesi.
Polemiche sul velivolo. Alcuni cadaveri sono stati già recuperati in mare, e sono stati avvistati rottami del velivolo. Le operazioni di ricerca sono ostacolate dal maltempo. Ma la Francia accusa: quell'aereo in particolare - sul quale i passeggeri si sono imbarcati a Sana'a, nello Yemen, che non è quello, l'A330, con il quale erano partiti da Parigi - non poteva volare sui nostri cieli, era stato escluso per «irregolarità». Dallo Yemen ribattono: il velivolo era stato «sottoposto a una ispezione completa» nel maggio scorso sotto la supervisione di Airbus, era «in linea con gli standard internazionali» e una settimana fa aveva assicurato un collegamento con Londra. A causare l'incidente potrebbero essere state le cattive condizioni del tempo - fortissime raffiche di vento, ma non un temporale - nella zona dell'aeroporto di Moroni, nelle Comore, dove l'aereo doveva atterrare. Ma su come siano andate le cose le opinioni sono diverse. L'A310 avrebbe tentato un atterraggio d'emergenza, forse un ammaraggio. Il segretario di Stato francese ai trasporti, Dominique Bussereau, dice invece che ci sarebbe stato «un avvicinamento» del velivolo all'aeroporto, quindi «una ripresa di velocità, poi un nuovo avvicinamento che sarebbe stato mancato». Testimoni, presenti all'aeroporto di Moroni al momento dell'incidente, raccontano infine che il velivolo si è schiantato dopo aver fallito l'atterraggio: «L'aereo era a circa 50 metri dal suolo, in avvicinamento della pista, e invece di imboccare la corsia d'atterraggio ha deviato ed è uscito dall'asse della pista, prendendo una direzione anomala verso il mare».
Il cambio dell'aereo. Quello che è invece certo è che l'aereo inabissatosi al largo delle Comore non è quello con il quale il volo è cominciato ieri dall'aeroporto parigino di Roissy. I passeggeri si erano imbarcati infatti su un A330 di recente costruzione, altri erano saliti durante uno scalo a Marsiglia. Tutti fino a Sanaa, nello Yemen, dove i passeggeri hanno cambiato apparecchio imbarcandosi su quel maledetto A310. L'aereo - un modello, tra l'altro, che non è più in produzione dal 2007 - era poi partito verso Gibuti e Moroni, nelle isole Comore. Molti dei passeggeri imbarcati erano comoriani che vivevano in Francia. E la rabbia delle associazioni degli immigrati è esplosa all'aeroporto di Marsiglia. Il segretario di Stato ai trasporti francese Bussereau non solo ha puntato il dito contro quell'A310 in particolare - costruito nel 1990, dall'ottobre 1999 alla Yemenia, 51.900 ore di volo, - che era stato «escluso» dal suolo e dal cielo francese per «irregolarità» che erano state riscontrate «nelle sue attrezzature», ma ha aggiunto che anche la stessa compagnia di bandiera yemenita era «molto controllata», anche se non era nella lista nera delle compagnie aeree vietate in Francia.
Superstite una ragazza. Polemiche sulla sicurezza dei voli che non sono destinate a esaurirsi, mentre comincia la pietosa opera di recupero delle vittime. I corpi di più di 50 dei 153 passeggeri sono stati già ritrovati. C'è solo un superstite, una ragazza di 14 anni. Lo ha confermato la Croce Rossa aggiungendo che è in oespedale in condizioni non gravi. Qualche organo di informazione aveva detto che anche il pilota dell'A310 si era salvato. Notizia smentita dal ministro dei trasporti dello Yemen. Quel pilota - Khaled Hajib, 35 anni - si era invece salvato dall'attacco terroristico di Mumbai del novembre scorso, ha riferito la tv al Arabiya sul suo sito: Hajib era fra i civili presi in ostaggio dai terroristi nell'hotel Taj Muhal.

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