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mercoledì 28 luglio 2010

L'ECCELLENZA DELLA FEDE...

BISMILLAH R-RAHMANI R-RAHIM

Disse il Profeta Mohammed saws:

“Quando arriva Ramadan, le porte del cielo vengono aperte, quelle dell’inferno vengono sbarrate e i diavoli vengono messi in catene”
in un'altra tradizione è aggiunto “e le porte della Misericordia sono aperte”

Disse il Profeta Mohammed saws:

“Una delle otto porte d’ingresso del Paradiso si chiama Rayyan; l’ingresso attraverso questa porta è riservato a coloro che hanno digiunato”

Disse il Profeta Mohammed saws:

“Allah ha detto: “Ogni buona azione del figlio di Adamo sarà moltiplicata da dieci a settecento volte, tranne il Digiuno perché esso è per Me e Io stesso lo compenserò. Egli si è astenuto per Me dalle sue passioni e dal suo mangiare”. Per il digiunante ci sono due momenti di grande gioia: quello della rottura del Digiuno e quello dell’incontro con il suo Signore e certamente la fragranza della bocca del digiunante è più gradita ad Allah swt del profumo del muschio. Il Digiuno è uno scudo. Perciò durante il Digiuno non si devono fare discorsi vani né gridare fino a diventare rauchi. Se qualcuno provoca un digiunante, esso deve dire: “sto digiunando”.

Disse il Profeta Mohammed saws:

“E’ giunto a voi Ramadan, un mese benedetto! Allah swt ha reso per voi obbligatorio il Digiuno. Le porte del cielo in esso sono aperte e quelle dell’inferno chiuse. I diavoli in esso sono messi in catene. In questo mese c’è una notte meglio di mille mesi, chi è privato del bene di essa è privato di ogni bene”
in un’altra tradizione è aggiunto “e non è privato del bene di essa, se non chi è sfortunato”

Disse il Profeta Mohammed saws:

“Allah vi a reso obbligatorio il Digiuno nell’arco diurno dei suoi giorni
(i giorni del mese di Ramadan) e facoltativo lo stare in preghiera nell’arco notturno di essi. Chi fa in esso una cosa facoltativa è nella posizione di chi, fuori di Ramadan, fa una cosa obbligatoria, e chi in esso fa una cosa obbligatoria è nella posizione di chi fuori da Ramadan, fa settanta cose obbligatorie. Ramadan è il mese della pazienza, e la ricompensa della pazienza è il Paradiso. E’ il mese dell’amore reciproco, è il mese, in cui più abbondante è la provvidenza divina per il credente. Per chi offre la rottura del Digiuno a un digiunante, c’è il perdono dei peccati, la preservazione dal fuoco, e una ricompensa pari a quella del digiunante, senza che a quella del digiunante venga tolto nulla”

Gli fu osservato:

“Oh Apostolo di Allah, non tutti siamo in grado di offrire l’Iftar a un digiunante”

Disse:

“Allah swt offre la sua ricompensa a chi offre un iftar, anche se esso consiste in un sorso di latte, un dattero, o un sorso di acqua. A chi soddisfa il bisogno di una persona, Allah swt darà da bere dalla mia Fontana (al-haud) un sorso, che non gli farà più avere sete fino a quando entrerà in Paradiso.
Questo è un mese, l’inizio del quale è Misericordia, la sua metà è perdono e la sua terza parte salvezza dal fuoco. E Allah swt salverà dal fuoco colui che avrà reso leggero il peso del suo schiavo”
Fonte: quaderno islamico sul Ramadan, Edizioni del Calamo

martedì 27 luglio 2010

ASPETTANDO RAMADAN...

BISMILLAH R-RAHMANI R-RAHIM

Allah swt nel Sublime Corano ci dice:

“Oh voi che credete, vi è stato prescritto il Digiuno, come venne prescritto a coloro che sono venuti prima di voi…” (Corano 2:183)

Il Digiuno del mese di Ramadan fa parte di uno dei 5 pilastri dell’Islàm, per mezzo del quale Allah swt a messo a disposizione dell’uomo il principale metodo per il controllo e il dominio delle sue passioni. Il Digiuno, è stato prescritto in tutte le Rivelazioni precedenti alla Rivelazione del Sublime Corano.

Il precetto del Digiuno venne fatto scendere nell’anno 2 dell’Egira. Allah swt ha dato al Digiuno un significato di altissimo valore morale; il suo scopo primo è realizzare il timore di Allah swt che, come disse il Profeta saws è l’elemento principale di ogni azione.

Il Digiuno nel mese di Ramadan, in quanto pilastro dell’Islàm, è obbligatorio per ogni Musulmano maschio che:
1. abbia raggiunto l’età della pubertà;
2. sia in buone condizioni di salute;
3. sia capace di sostenere il Digiuno;

Per ogni Musulmana, che si trovi nelle tre condizioni sopra riportate e inoltre che NON sia in periodo mestruale o di puerperio.

Non hanno l’obbligo di Digiunare invece chi:
1. non è musulmano;
2. chi è incapace di intendere e volere;
3. chi è in età pre-puberale;
4. chi, per essere talmente in avanti con l’età, non è in grado di sostenere il Digiuno;
5. chi si trova in condizioni tale di malattia da ricevere gravissimo pregiudizio sulla salute;

Nessuna di queste persone ha l’obbligo di digiunare o di recuperare i giorni, in cui non ha digiunato, benché coloro che appartengono agli ultimi due punti devono dare alla comunità l’equivalente monetario del costo di un pasto, per ogni giorno perso di Digiuno obbligatorio.

Ci sono persone invece, per le quali il Digiuno durante il mese di Ramadan non è obbligatorio, ma che, dopo Ramadan, devono recuperare i giorni in cui non hanno digiunato. Esse sono:
1. gli ammalati;
2. i viaggiatori;
3. l’apostata dell’Islàm;
4. le donne in periodo mestruale e quelle in puerperio;

Ora mi vorrei soffermare sul 3° e 4° punto;
· se un ragazzo/ragazza diventano puberi è cosa raccomandata, ma non obbligatoria, che essi facciano il Digiuno per il resto del giorno e dopo Ramadan recuperino i giorni non digiunati;
· E’ raccomandato alla donna, le cui mestruazioni terminino nell’arco diurno di un giorno di Ramadan di iniziare il Digiuno, di digiunare il resto del giorno e di recuperare, dopo Ramadan i giorno non digiunati.

E’ raccomandato a chi deve recuperare i giorni di Digiuno persi durante il Ramadan di farlo quanto prima e consecutivamente. Non è permesso a chi deve recuperare giorni di Digiuno di rimandare l’adempimento fino al mese di Ramadan successivo a meno che non abbia una scusante valida. Chi rimanda l’adempimento dell’obbligo fino al Ramadan successivo deve, oltre a digiunare, anche pagare un’ammenda per il ritardo, che consiste nel pagare un pranzo a un povero per ogni giorno perso.

Perché il Digiuno sia valido dovremo rispettare alcune condizioni, esse sono:
1. l’intenzione di digiunare;
2. l’intenzione di astenerci da tutto ciò che può interrompere il Digiuno;

L’intenzione di digiunare deve essere eseguita ogni giorno. Se il Digiuno è un digiuno obbligatorio, allora l’intenzione deve:
1. essere specifica (nel caso di Ramadan, di un voto…);
2. deve essere eseguita prima della preghiera del fajr;

La formula dell’intenzione è:

Nawaytu sauma ghadan min shari Ramadani l-mubarak fardan la-ka fa-taqabbal minni-inna-Ka anta s-sami’u l-‘alim

(intendo eseguire domani, il Digiuno del mese di Ramadan il benedetto, per dovere verso Te, perciò accetta da me, in verità, Tu sei Colui che ascolta e che tutto sa)


RACCOMANDAZIONI DURANTE IL DIGIUNO

E’ raccomandato fare una colazione (suhur) prima dell’alba, anche se leggera e consista di sola acqua; anche se per questa colazione inizi a partire dalla metà della notte è meglio rimandarla fino a poco prima dell’alba.
Disse il Profeta saws:

“ Tasahharu fa-inna fi s-suhuri barakah”
(fate una piccola colazione prima dell’alba, perché nel suhur c’è barakah)

E’ raccomandato affrettare la rottura del Digiuno (iftar) dopo essere stati certi dell’avvenuto tramonto del sole.
Disse il Profeta saws:

“qala llahu ta’ala: ‘Ahabbu ‘ibadi ilayya a’gialu-hum fitran”
(Allah swt ha detto: i più cari dei miei servi sono quelli che si affrettano a rompere il Digiuno)

NB! La rottura può essere fatta con un numero dispari di datteri o con dell’acqua se essi non ci sono!!!

Dopo la rottura del Digiuno è raccomandato dire:

“Allahumma, la-Ka samtu wa ‘ala rizqi-Ka aftartu bi-rahmati-Ka ya arhama r’rahimin”
(Oh Allah per Te ho digiunato e con il rizq che da Te viene ho rotto il Digiuno per Tua misericordia, o più Misericordioso dei Misericordiosi)

Durante questo mese è raccomandato altresì:
1. essere generosi nel fare elargizioni volontarie;
2. migliorare le relazioni con la famiglia e con il parentado;
3. fare molta recitazione del Sublime Corano;
4. fare ritiro spirituale (i’tikaf) nella moschea, in special modo durante gli ultimi 10 giorno del mese di Ramadan;
5. offrire ad altri la rottura del Digiuno, anche soltanto con dell’acqua.
6. eseguire il ghusl prima dell’alba, quando uno si trovi in stato di impurità maggiore;

Disse il Profeta saws:

“Chi offre a un digiunante la rottura del Digiuno guadagna la stessa ricompensa di chi ha digiunato senza per nulla diminuire la ricompensa di quest’ultimo”

giovedì 1 luglio 2010

MARWA EL SHARBINI


Marwa al Sherbini, trentenne di origini egiziane, è stata uccisa con diciotto coltellate davanti agli occhi del figlioletto di tre anni e del marito lo scorso 1 luglio nel tribunale di Dresda, in Germania, dove si stava svolgendo il processo contro un giovane tedesco, suo vicino di casa, che lei aveva denunciato per pesanti minacce quali "puttana islamica" e "terrorista" e continue ingiunzioni a togliersi il velo.
E’ stato lui, definito dai rari giornali che hanno dato la notizia "fanatico antislamico", ad ucciderla.
Quando – troppo tardi – i poliziotti sono intervenuti, hanno scambiato il marito – che cercava di difenderla – con l’assalitore, sparandogli addosso. L’aspetto "non ariano" dell’uomo è stato probabilmente motivo sufficiente: se l’idea dell’immigrato (un tempo era il "negro") come potenziale stupratore e omicida di donne (leggi: noi donne "bianche") è oramai saldamente radicata nell’immaginario collettivo occidentale, altrettanto lo è l’idea che se una donna indossa il velo è vittima di un marito (o di un padre, un fratello …) fondamentalista e sessista alla decima potenza.
Di questa storia ho saputo solo ora leggendo un articolo in "Il vento e l’anima", del resto la notizia è girata pochissimo online, e quasi niente sulla stampa cartacea in Italia (ma sembra anche nella stessa Germania).
Non so se Marwa al Sherbini debba (o possa) essere definita martire dell’hijab o martire del razzismo, ma so per certo che ad ucciderla è stata una cultura razzista e sessista, che ha individuato nel velo – associato di volta in volta al fondamentalismo (islamico), al patriarcato, al sessismo più becero, all’oppressione e alla violenza sulle donne – il luogo privilegiato sul quale far convergere tutti i peggiori stereotipi e pregiudizi sulle donne e gli uomini "non occidentali", stereotipi e pregiudizi funzionali a quello "scontro di civiltà" che dovrebbe giustificare pratiche discriminatorie, sessiste e razziste, alcune delle quali recentemente sancite in Italia con l’approvazione del vergognoso pacchetto sicurezza.
E forse non dovrei neanche stupirmi (e denunciare ancora e ancora e ancora … ) del colpevole silenzio dei media soprattutto mainstream (ma non solo) sulla storia di Marwa.
Sappiamo dei silenzi, delle censure, delle diverse maniere di trattare casi di cronaca a seconda delle origini della vittima e dell’omicida. Ma anch’io non posso impedirmi di immaginare cosa sarebbe successo se ad uccidere (e in un’aula di tribunale!) fosse stato un musulmano ("fondamentalista" o "moderato" non importa, del resto un qualsiasi uomo migrante va bene tanto in un certo immaginario sono tutti ugualmente e violentemente sessisti e potenziali stupratori e omicidi).
Ad immaginare come alcuni elementi (Marwa era ed è stata uccisa davanti agli occhi del figlioletto di tre anni) sarebbero stati usati per accrescere il carattere bestiale dell’omicidio e il consenso pubblico verso ulteriori probabili misure securitarie/razziste contro i/le migranti.
Il problema è che l’omicidio di Marwa al Sherbini non si presta a comode (per il sistema sessismo/razzismo) strumentalizzazioni, come è stato il caso ad esempio di Hina Saleem (ma anche di Giovanna Reggiani). E non si presta neanche ad una lettura in termini di "violenza sulle donne" tout court.
Non è un caso allora che a tacere siano anche tante voci femminili/femministe, che senza poter essere assimilate all’isteria antislamica di una Suad Sbai o di una Daniela Santanchè, devono certo compiere una radicale (ma quanto necessaria) rimessa in discussione dei propri discorsi per poter "guardare" il corpo martoriato di questa donna che indossava l' hijab.
Fonte: questa volta ho chiesto il permesso per copiare l'articolo ad ***Amina*** che l'ha preso a sua volta non so dove O.o