Assalamu aleykum wa rahmatullahi wa barakatuhu
"Affrettatevi al perdono del vostro Signore e al Giardino vasto come il cielo e la terra, preparato per coloro che credono in Allah e nei Suoi messaggeri. Questa è la grazia di Allah, che Egli dà a chi vuole. Allah possiede immensa grazia." (Al-Ĥadīd, 21)
Durante il mese di Ramadan appena trascorso siamo venuti a conoscenza della storia di una nostra sorella egiziana, Iman Hafez Mohamed Ibrahim, che necessita urgentemente del nostro aiuto materiale e delle invocazioni ad Allah da parte di noi tutti.
La specificità e la straordinarietà di questa situazione è che Iman è una sorella musulmana tornata all'Islam nel 2003, provenendo dalla religione cristiana e da una ricca famiglia copta, e suo zio è stato un famoso attore comico in Egitto.
All'età di 12 anni, nostra sorella, che a quel tempo si chiamava Howaida Sadek Shenouda, sognò la Ka'ba rimanendone felice e rasserenata, e in virtù di ciò raccontò questo sogno alla madre cristiana: quest'ultima per reazione non trovò di meglio che convocare un prete esorcista che impose alla bambina dei riti che consistevano nel disporre sotto il suo cuscino del sale, un coltello e il Vangelo.
A causa di questa situazione la bambina iniziò a soffrire di disturbi del sonno, contemporaneamente i genitori cominciarono a obbligarla a recarsi regolarmente in chiesa, fino al punto in cui ella non sopportò più la situazione, e si trovò in cura da uno psicologo. La piccola non sognò più la Ka'ba fino all'età di 18 anni, quando all'improvviso ricominciò ad avere la stessa visione, e contemporaneamente sentiva un gradevole profumo all'interno della propria camera. Tuttavia, mantenne segreto quanto le accadeva, soprattutto per paura di essere uccisa, anche se sentiva dentro di sé la voglia di proclamare apertamente il suo Islam.
Questa situazione si mantenne tale fino a quando un giorno la chiesa da lei frequentata mise in palio un viaggio per chi avesse prodotto il miglior studio sulla religione cristiana: la ragazza fece quindi un'indagine sui "sette segreti della chiesa", ma appena la iniziò si sentì subito confusa, perché ogni cosa che riguardava questo argomento ne contraddiceva un'altra e perché ogni setta cristiana diceva cose diverse. A questo punto Allah l'Altissimo decretò che ella conoscesse due ragazze dell'Università dell'Azhar che indossavano il khimar, e piano piano cominciò a desiderare di imitarle, chiedendo loro lumi sulla religione islamica, ma nel suo cuore era sempre vivo il terrore delle ritorsioni da parte della sua famiglia.
Qualche mese dopo questo incontro cominciò il mese di Ramadan, e la famiglia di Iman iniziò ha notare i suoi cambiamenti anche perché la madre le sentì ripetere l'Adhan: a questo punto la ragazza non ebbe più scelta e dichiarò ai genitori la sua fede nell'Islam, pur rassicurandoli dell'intenzione di non parlare di questo ad altri che loro, con il proposito di non esporli alla vergogna nella loro comunità.
Come reazione, i genitori iniziarono ad usarle violenza picchiandola selvaggiamente, lasciandole dei segni che ancora oggi porta sul suo corpo. L'oppressione della ragazza non si fermò qui, e i suoi familiari la trattarono per lungo tempo alla stregua di una serva: a questo punto per Iman non vi fu più altra scelta che la fuga e il rifugio presso un comando di polizia. Come da prassi, i poliziotti convocarono la famiglia, ma vista la ferma opposizione di questa musulmana a ritornare con i genitori, fu affidata ad un istituto e dietro interessamento di alcuni poliziotti le fu fatto conoscere un uomo musulmano a scopo di matrimonio, con il quale ella in effetti si sposò subito.
Dopo alcuni anni, tuttavia, quest'unione si concluse e sorella Iman rimase sola e abbandonata con tre figli, Rodyna, Ahmad e Sujud tutti e tre molto piccoli. Ebbe così inizio il calvario di questa credente e dei suoi bambini: si trovò a dormire in strada con loro, a volte perfino nello stadio della città, fino ai nostri giorni, nei quali vive da alcuni mesi all'interno di una moschea.
Iman in questi momenti di grande tribolazione ha ottenuto l'aiuto e la vicinanza di Allah l'Altissimo, Che ha fatto sì che ella studiasse approfonditamente il Corano diventandone perfino un'insegnante. La sorella Iman ricorda ancora oggi che se non avesse studiato il Libro di Allah, probabilmente non avrebbe avuto la forza di andare avanti, trovandosi nella disperazione e in stato di povertà assoluta, mentre da ragazza era abituata a vivere nell'agiatezza della sua famiglia benestante.
Come tristemente noto, la comunità cristiana in Egitto perseguita le sorelle egiziane che abbandonano il cristianesimo abbracciando la verità della religione musulmana: a causa di questa loro libera scelta esse spesso vengono maltrattate fino a costringerle all'apostasia, privandole della libertà personale e finanche somministrando loro psicofarmaci oltre che esercitando nei loro confronti pressioni fisiche e psicologiche di varia natura.
Noi non possiamo rimanere insensibili a tutto questo e oggi abbiamo di fronte a noi il caso emblematico di una sorella che abbisogna del nostro urgente aiuto: insha'Allah il nostro intervento dimostrerà al cospetto di Allah l'Altissimo che noi siamo una comunità che non abbandona un suo membro, e che risponde prontamente al grido di aiuto, da qualunque parte arrivi.
Il Profeta (saws) disse: "I credenti, nel loro affetto, simpatia e pietà, sono come un unico corpo, quando una parte soffre, tutto il corpo reclama con la febbre e la veglia." (Hadith autentico).
A tutt'oggi è stata raccolta per Iman una somma ancora insufficiente per risolvere il suo grande problema di trovare un tetto dove vivere e crescere i suoi figli serenamente, e con il permesso di Allah vorremmo arrivare alla somma di € 20.000, con la quale sorella Iman potrà acquistare un piccolo appartamento in Egitto continuando la sua attività di insegnante del Corano.
Ricordiamo a tutti che la sorella è anche affetta da diabete.
Allah, gloria a lui l'Altissimo ha detto:
"Gareggiate nel bene. Ovunque voi siate, Allah vi riunirà tutti. In verità Allah è Onnipotente." (Al Baqara, 148)
"Aiutatevi l'un l'altro in carità e pietà" (Al-Mā'idah, 2).
Questo è un impegno che tutti noi dobbiamo assumere, senza timore che dare un piccolo o un grande aiuto possa impoverirci o privarci di una qualche agiatezza.
Quindi, in nome di Allah, fate per Iman Hafez Mohamed Ibrahim una donazione tramite versamento su Postpay: è semplice, veloce e comporta solo un euro di spese.
Questi sono i riferimenti per donare in favore di Iman e dei suoi bambini
Insha'Allah io, Muhammad Nur al Haqq, personalmente verificherò lo stato delle donazioni e sarà mia cura assicurarmi che il denaro raccolto sia consegnato a sorella Iman.
Chi vorrà potrà lasciare un commento sulla propria donazione, e Allah l'Altissimo possa benedire chi darà per il Suo Volto aspirando al Jannah.
Il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) disse:
"Allah, Colui che ha potere, il Magnifico dice: "O figlio di Adamo. Spendi e Noi spenderemo per te." (Al-Bukhari e Muslim);
Da Anas Ibn Malik: "Mai uno domandò al Profeta in nome dell'Islam, e non glielo diede. Una volta un uomo venne da lui e il Profeta gli diede un gregge di montoni così grande che si estendeva tra due montagne. L'uomo tornò ai suoi gridando: "O gente, convertitevi all'Islam! Muhammad dona senza guardare, senza temere la povertà." (Muslim)
Spero veramente che questo appello possa aiutare nostra sorella Iman nella auspicata soluzione della sua grande difficoltà e confido nel buon cuore di tutti voi, perché vogliate aiutare questa coraggiosa donna e i suoi meravigliosi bambini.
Il Perfetto, Colui oltre il Quale non vi è altra divinità degna di essere adorata ha detto:
"...Di': 'In verità il mio Signore concede generosamente a chi vuole e lesina a chi vuole. E vi restituirà tutto ciò che avrete dato. Egli è il Migliore dei dispensatori..'" (Saba', 34-39).
La sorella Iman ha lanciato il suo appello, e chiamiamo Allah a testimone che noi lo abbiamo raccolto.
Per Colui che Ci osserva, non dimentichiamo che nulla andrà perduto delle nostre opere, nel Giorno in cui saremo radunati davanti al Signore dei mondi:
"Chi avrà fatto [anche solo] il peso di un atomo di bene lo vedrà, e chi avrà fatto [anche solo] il peso di un atomo di male lo vedrà." (az-Zalzalah, 7-8)
Che Allah vi ricompensi per la pazienza e la generosità.
BarakAllahu fikum
Assalamu aleykum wa rahmatullahi wa barakatuhu
"Affrettatevi al perdono del vostro Signore e al Giardino vasto come il cielo e la terra, preparato per coloro che credono in Allah e nei Suoi messaggeri. Questa è la grazia di Allah, che Egli dà a chi vuole. Allah possiede immensa grazia." (Al-Ĥadīd, 21)
Durante il mese di Ramadan appena trascorso siamo venuti a conoscenza della storia di una nostra sorella egiziana, Iman Hafez Mohamed Ibrahim, che necessita urgentemente del nostro aiuto materiale e delle invocazioni ad Allah da parte di noi tutti.
La specificità e la straordinarietà di questa situazione è che Iman è una sorella musulmana tornata all'Islam nel 2003, provenendo dalla religione cristiana e da una ricca famiglia copta, e suo zio è stato un famoso attore comico in Egitto.
All'età di 12 anni, nostra sorella, che a quel tempo si chiamava Howaida Sadek Shenouda, sognò la Ka'ba rimanendone felice e rasserenata, e in virtù di ciò raccontò questo sogno alla madre cristiana: quest'ultima per reazione non trovò di meglio che convocare un prete esorcista che impose alla bambina dei riti che consistevano nel disporre sotto il suo cuscino del sale, un coltello e il Vangelo.
A causa di questa situazione la bambina iniziò a soffrire di disturbi del sonno, contemporaneamente i genitori cominciarono a obbligarla a recarsi regolarmente in chiesa, fino al punto in cui ella non sopportò più la situazione, e si trovò in cura da uno psicologo. La piccola non sognò più la Ka'ba fino all'età di 18 anni, quando all'improvviso ricominciò ad avere la stessa visione, e contemporaneamente sentiva un gradevole profumo all'interno della propria camera. Tuttavia, mantenne segreto quanto le accadeva, soprattutto per paura di essere uccisa, anche se sentiva dentro di sé la voglia di proclamare apertamente il suo Islam.
Questa situazione si mantenne tale fino a quando un giorno la chiesa da lei frequentata mise in palio un viaggio per chi avesse prodotto il miglior studio sulla religione cristiana: la ragazza fece quindi un'indagine sui "sette segreti della chiesa", ma appena la iniziò si sentì subito confusa, perché ogni cosa che riguardava questo argomento ne contraddiceva un'altra e perché ogni setta cristiana diceva cose diverse. A questo punto Allah l'Altissimo decretò che ella conoscesse due ragazze dell'Università dell'Azhar che indossavano il khimar, e piano piano cominciò a desiderare di imitarle, chiedendo loro lumi sulla religione islamica, ma nel suo cuore era sempre vivo il terrore delle ritorsioni da parte della sua famiglia.
Qualche mese dopo questo incontro cominciò il mese di Ramadan, e la famiglia di Iman iniziò ha notare i suoi cambiamenti anche perché la madre le sentì ripetere l'Adhan: a questo punto la ragazza non ebbe più scelta e dichiarò ai genitori la sua fede nell'Islam, pur rassicurandoli dell'intenzione di non parlare di questo ad altri che loro, con il proposito di non esporli alla vergogna nella loro comunità.
Come reazione, i genitori iniziarono ad usarle violenza picchiandola selvaggiamente, lasciandole dei segni che ancora oggi porta sul suo corpo. L'oppressione della ragazza non si fermò qui, e i suoi familiari la trattarono per lungo tempo alla stregua di una serva: a questo punto per Iman non vi fu più altra scelta che la fuga e il rifugio presso un comando di polizia. Come da prassi, i poliziotti convocarono la famiglia, ma vista la ferma opposizione di questa musulmana a ritornare con i genitori, fu affidata ad un istituto e dietro interessamento di alcuni poliziotti le fu fatto conoscere un uomo musulmano a scopo di matrimonio, con il quale ella in effetti si sposò subito.
Dopo alcuni anni, tuttavia, quest'unione si concluse e sorella Iman rimase sola e abbandonata con tre figli, Rodyna, Ahmad e Sujud tutti e tre molto piccoli. Ebbe così inizio il calvario di questa credente e dei suoi bambini: si trovò a dormire in strada con loro, a volte perfino nello stadio della città, fino ai nostri giorni, nei quali vive da alcuni mesi all'interno di una moschea.
Iman in questi momenti di grande tribolazione ha ottenuto l'aiuto e la vicinanza di Allah l'Altissimo, Che ha fatto sì che ella studiasse approfonditamente il Corano diventandone perfino un'insegnante. La sorella Iman ricorda ancora oggi che se non avesse studiato il Libro di Allah, probabilmente non avrebbe avuto la forza di andare avanti, trovandosi nella disperazione e in stato di povertà assoluta, mentre da ragazza era abituata a vivere nell'agiatezza della sua famiglia benestante.
Come tristemente noto, la comunità cristiana in Egitto perseguita le sorelle egiziane che abbandonano il cristianesimo abbracciando la verità della religione musulmana: a causa di questa loro libera scelta esse spesso vengono maltrattate fino a costringerle all'apostasia, privandole della libertà personale e finanche somministrando loro psicofarmaci oltre che esercitando nei loro confronti pressioni fisiche e psicologiche di varia natura.
Noi non possiamo rimanere insensibili a tutto questo e oggi abbiamo di fronte a noi il caso emblematico di una sorella che abbisogna del nostro urgente aiuto: insha'Allah il nostro intervento dimostrerà al cospetto di Allah l'Altissimo che noi siamo una comunità che non abbandona un suo membro, e che risponde prontamente al grido di aiuto, da qualunque parte arrivi.
Il Profeta (saws) disse: "I credenti, nel loro affetto, simpatia e pietà, sono come un unico corpo, quando una parte soffre, tutto il corpo reclama con la febbre e la veglia." (Hadith autentico).
A tutt'oggi è stata raccolta per Iman una somma ancora insufficiente per risolvere il suo grande problema di trovare un tetto dove vivere e crescere i suoi figli serenamente, e con il permesso di Allah vorremmo arrivare alla somma di € 20.000, con la quale sorella Iman potrà acquistare un piccolo appartamento in Egitto continuando la sua attività di insegnante del Corano.
Ricordiamo a tutti che la sorella è anche affetta da diabete.
Allah, gloria a lui l'Altissimo ha detto:
"Gareggiate nel bene. Ovunque voi siate, Allah vi riunirà tutti. In verità Allah è Onnipotente." (Al Baqara, 148)
"Aiutatevi l'un l'altro in carità e pietà" (Al-Mā'idah, 2).
Questo è un impegno che tutti noi dobbiamo assumere, senza timore che dare un piccolo o un grande aiuto possa impoverirci o privarci di una qualche agiatezza.
Quindi, in nome di Allah, fate per Iman Hafez Mohamed Ibrahim una donazione tramite versamento su Postpay: è semplice, veloce e comporta solo un euro di spese.
Questi sono i riferimenti per donare in favore di Iman e dei suoi bambini
Insha'Allah io, Muhammad Nur al Haqq, personalmente verificherò lo stato delle donazioni e sarà mia cura assicurarmi che il denaro raccolto sia consegnato a sorella Iman.
Chi vorrà potrà lasciare un commento sulla propria donazione, e Allah l'Altissimo possa benedire chi darà per il Suo Volto aspirando al Jannah.
Il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) disse:
"Allah, Colui che ha potere, il Magnifico dice: "O figlio di Adamo. Spendi e Noi spenderemo per te." (Al-Bukhari e Muslim);
Da Anas Ibn Malik: "Mai uno domandò al Profeta in nome dell'Islam, e non glielo diede. Una volta un uomo venne da lui e il Profeta gli diede un gregge di montoni così grande che si estendeva tra due montagne. L'uomo tornò ai suoi gridando: "O gente, convertitevi all'Islam! Muhammad dona senza guardare, senza temere la povertà." (Muslim)
Spero veramente che questo appello possa aiutare nostra sorella Iman nella auspicata soluzione della sua grande difficoltà e confido nel buon cuore di tutti voi, perché vogliate aiutare questa coraggiosa donna e i suoi meravigliosi bambini.
Il Perfetto, Colui oltre il Quale non vi è altra divinità degna di essere adorata ha detto:
"...Di': 'In verità il mio Signore concede generosamente a chi vuole e lesina a chi vuole. E vi restituirà tutto ciò che avrete dato. Egli è il Migliore dei dispensatori..'" (Saba', 34-39).
La sorella Iman ha lanciato il suo appello, e chiamiamo Allah a testimone che noi lo abbiamo raccolto.
Per Colui che Ci osserva, non dimentichiamo che nulla andrà perduto delle nostre opere, nel Giorno in cui saremo radunati davanti al Signore dei mondi:
"Chi avrà fatto [anche solo] il peso di un atomo di bene lo vedrà, e chi avrà fatto [anche solo] il peso di un atomo di male lo vedrà." (az-Zalzalah, 7-8)
Che Allah vi ricompensi per la pazienza e la generosità.
BarakAllahu fikum
Assalamu aleykum wa rahmatullahi wa barakatuhu
Bismillah ir Rahman ir Rahim
RispondiEliminaAssalamu aleykum wa rahmatullahi wa barakatuhu
Masha'Allah, le soprese più belle arrivano proprio da dove non te le aspetti...
Forza fratelli e sorelle, diffondete e donate per il Volto di Allah e il Suo Jannah...
Che Allah ta'ala ti ricompensi per il tuo nobile sforzo, barakAllahu fiki.
Muhammad
Forse è proprio per questo che si chiamano sorprese (^_^)
RispondiEliminabarakAllahu fik akhy
Bismillah ir Rahman ir Rahim
RispondiEliminaAssalamu aleykum
Al hamdulillah, la raccolta di fondi a favore della sorella Iman e dei suoi bambini insha’Allah termina stasera: è necessario rimuovere dall’appello i dati della carta Postpay gentilmente messa a disposizione per l’iniziativa dal fratello Ibrahim.
Chi volesse ulteriori informazioni può contattarmi all’indirizzo mail:
lucediallahblog@gmail.com
BarakAllahu fiki per l’appoggio sorella: ti chiedo ulteriormente di fare una du’à per Iman e i bimbi.
Assalamu aleykum wa rahmatullahi wa barakatuhu
Muhammad Nur al Haqq
Wa aleikom salem wa rahmatullah wa barakhatuhu, provvedo subito a cancellare i dati, insh'allah spero che la raccolta sia andata bene.
RispondiEliminaJazaki allahu khairan
Pace a voi.
RispondiEliminaLa storia ha dell'inverosimile: già l'abbinamento tra il Vangelo ed un coltello e del sale, dovrebbe dirla lunga su quanto di superstizione ci sia in questa triste vicenda.
Non ero a conoscenza, poi, del fatto che in Egitto persone che si fregiano del nome di "cristiano" vogliano negare con la violenza, ad altri esseri umani, quell'autodeterminazione che Dio stesso concede ad ognuno perché questi possa perseguire il bene per sé e per i fratelli, nell'obbedienza all'ALtissimo.
Ovviamente non c'è nulla di cristiano, in atteggiamenti del genere, ma anche nulla di semplicemente umano: ogni qual volta un popolo o una religione si impone con la coercizione diretta sulle persone, con la scusa di salvagurdare l'integrità di una dottrina o di una società, non solo viene meno al disegno di Dio che ha concesso a tutti il Tempo perché tutti avessimo occasione di cercarlo e d'imparare ad amarlo...vma viene meno anche al riconoscimento dell'essere umano nella sua dignità, in quanto lo riduce a strumento di interessi che pretendono assurdamente di proteggerlo nel mentre stesso in cui invece lo distruggono.
Pace a voi, e grazie ad Hanifah per l'ospitalità.