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venerdì 27 novembre 2009


EID MUBARAK A TUTTE LE SORELLE E FRATELLI NEL MONDO!!! CHE ALLAH (SWT) CI PROTEGGA E GUIDI SEMPRE SULLA RETTA VIA...

giovedì 26 novembre 2009

In cosa credono i musulmani?!

Sura 112 scritta in arabo


I musulmani credono in un unico, incomparabile Dio, che non ha figli, né compagni e nessuno ha il diritto di essere adorato all'infuori di Lui. Egli è il vero Dio e ogni altro dio è falso. Egli possiede molti splendidi nomi e attributi sublimi e perfetti. Nessuno condivide la Sua divinità o i Suoi attributi. Nel Corano, Allah (swt) descrive Sè Stesso:

Dice, “Egli è Dio, l'Unico. Egli è l'assoluto. Non ha generato, non è stato generato e nessuno è uguale a Lui.” (Corano, 112:1-4)

Nessuno ha il diritto di esserer invocato, supplicato, pregato e a nessuno deve essere fatto atto di devozione tranne a Allah (swt) stesso.
Solo Egli è l'Onnipotente, il Creatore, il Sovrano e il Sostenitore dell'Universo intero. Egli tutto dirige. Egli si occupa di tutte le Sue creature e tutte le Sue creature dipendono da Lui per ciò di cui hanno bisogno. Egli tutto sente, tutto vede, tutto conosce. In modo perfetto, la Sua conoscenza comprende tutte le cose, quelle segrete e quelle rivelate, il pubblico e il privato. Egli conosce ciò che è accaduto, ciò che accadrà e come accadrà. Nulla accade nel mondo senza il Suo volere. Qualunque sia il Suo volere e qualunque cosa faccia il volere non esiste e non esisterà. Il Suo volere è al di sopra del volere di tutte le creature. Egli ha potere su tutte le cose ed è in grado di fare tutto. Egli è il Compassionevole, il Misericordioso e il Generoso. In uno dei detti del Profeta Mohammed (swt), si è detto che Allah (swt) è il più misericordioso con le Sue creature, più di una madre con i figli.
Egli è lontano dall'ingiustizia e dalla tirannia. Egli è il più Saggio in tutte le sue azioni e decreti. Se qualcuno desidera qualcosa da Allah (swt), può chiederLo direttamente a Lui senza chiedere ad altri di intercedere presso di Lui.
Dio non è Gesù e Gesù non è Dio.
Gesù stesso rifiutò questo. Allah (swt) disse nel Corano:

"Sono certamente miscredenti quelli che dicono: “Dio è il Messia, figlio di Maria!” Mentre il Messia disse; “O figli d'Israele, adorate Dio, mio Signore e vostro Signore. Quanto a chi attribuisce consimili ad Dio, Dio gli preclude il Paradiso, il suo rifugio sarà il Fuoco. Gli ingiusti
non avranno chi li soccorra.” (Corano, 5:72)

Allah (swt) non è una trinità. Egli disse nel Corano:

"Sono certamente miscredenti quelli che dicono: “Dio in verità è il terzo di tre,” mentre non c'è Dio all'infuori del Dio unico. E se non cessano il loro dire, un castigo doloroso giungerà ai miscredenti. Perchè non si rivolgono pentiti ad Dio, implorando il Suo perdono? Dio è colui che Perdona il Misericordioso. Il Messia, figlio di Maria, non era che un messaggero...
(Corano, 5:73-75)

L'Islam di fatto rifiuta che Allah (swt) si riposò nel settimo giorno della creazione, che combattè con uno dei Suoi angeli, che Egli sia un cospiratore invidioso contro il genere umano o che Egli si sia incarnato nel genere umano. L'Islam rifiuta anche l'attribuzione ad Allah (swt) di forma umana. Tutto ciò è considerato blasfemo. Egli è il Lodato. Egli non ha imperfezioni. Egli non diventa stanco. Egli non diviene sonnolento e non dorme.
Il termine arabo Allah significa Dio (l'unico e vero Dio che ha creato l'intero universo). Questo termine Allah è il nome per Dio, che è utilizzato da chi parla arabo, sia arabi musulmani che cristiani. Questo termine non può essere utilizzato per designare altro se non l'unico e vero Dio. Il termine arabo Allah si ripete nel Corano per circa 2700 volte. In aramaico, una lingua relativamente simile all'arabo e parlata anche da Gesù, Dio è spesso chiamato Allah.
I musulmani inoltre hanno:
Fede negli angeli:
I musulmani credono nell'esistenza degli angeli che sono creature onorevoli. Gli angeli adorano solo Dio, gli ubbidiscono e agiscono solo su suo comando. Tra gli angeli c'è Gabriele che diede il Corano al Profeta Mohammed (pbsl).
Fede nei libri del Dio rivelati:
I musulmani credono che Allah (swt) ha rivelato i libri ai Suoi messaggeri come prova per il genere umano e come guida per essi. Tra questi libri c'è il Corano, che Egli rivelò al Profeta Mohammed (pbsl) attraverso l'arcangelo Gabriele. Dio ha garantito la protezione del Corano da corruzione o distorsione. Allah (swt) disse:
" Noi abbiamo fatto scendere il Monito e Noi ne siamo custodi." (Corano, 15:9)

Fede nei profeti e messaggeri di Dio:
I musulmani credono nei profeti e nei messaggeri di Allah (swt), partendo da Adamo, Noè, Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe, Mosè e Gesù (La pace sia su di Loro). Ma il messaggio finale di Dio all'uomo, una riconferma dell'eterno messaggio, fu rivelato al Profeta Mohammed (pbsl). I musulmani credono che Mohammed sia l'ultimo profeta inviato da Allah (swt), come Allah (swt) stesso disse:

"Mohammed non è padre di nessuno dei vostri uomini, egli è l'inviato di Dio e il sigillo dei profeti..." (Cornao, 33:40)

I musulmani credono che tutti i profeti e messaggeri siano esseri umani senza qualità divine.
Fede nel giorno del giudizio:
I musulmani credono nel giorno del giudizio (il giorno della Resurrezione) quando tutte le persone saranno resuscitate dal giudizio di Allah (swt) e giudicate secondo le loro azioni e secondo la loro fede.
Fede in Al-Qadar:
I musulmani credono in Al-Qadar, che è la divina predestinazione, ma questa fede non significa che il genere umano non abbia libero arbitrio. Ciò significa che essi possono scegliere il bene o il male e sono responsabili delle loro scelte.
La fede nella divina predestinazione include la fede in quattro affermazioni:
1) Allah (swt) sa ogni cosa. Egli sa quello che è accaduto e quello che accadrà.
2) Allah (swt) ricorda tutto quello che è accaduto e quello che accadrà.
3) Qualsiasi cosa Allah (swt) desidera che accada, accadrà e qualsiasi cosa che desidera che non accada, non accadrà.
4) Allah (swt) è il creatore di tutto.

Il Corano sullo sviluppo embrionale umano

Nel Sacro Corano, Allah (swt) parla delle fasi dello sviluppo embrionale umano:

"In verità creammo l'uomo da un estratto di argilla. Poi ne facemmo una goccia, alaqah poi di questa alaqah facemmo mudghah un'aderenza... " (Corano, 23:12-14)

Letteralmente, la parola araba alaqah ha tre significati:
(1) sanguisuga;
(2) cosa sospesa;
(3) coagulo sanguigno;
Facendo un paragone tra la sanguisuga e l'embrione nello stadio alaqah, si trovano delle similitudini tra i due come si può vedere nella figura 1. Anche l'embrione in questo stadio, ottiene nutrimento dal sangue materno, similmente alla sanguisuga che si nutre del sangue di altri.

Figura 1: Disegni che illustrano le similitudini tra una sanguisuga e un embrione umano allo stadio alaqah. (Disegno della sanguisuga tratto da Human Development as Described in the Quran and Sunnah (Sviluppo umano come descritto nel Corano e nella Sunnah), Moore e altri, p. 37, modificato da Integrated Principles of Zoology (Principi integrati di Zoologia), Hickman e altri. Disegno dell'embrione tratto da The Developing Human (Lo sviluppo umano), Moore e Persaud, 5ª ediz., p. 73.)

Il secondo significato del termine alaqah è “cosa sospesa.” È quello che si può vedere nelle figure 2 e 3, la sospensione dell'embrione, durante lo stadio alaqah, nel grembo materno.

Figura 2: In questo diagramma si vede la sospensione dell'embrione durante lo stadio alaqah nel grembo materno (utero). (The Developing Human (Lo sviluppo umano), Moore e Persaud, 5ª ediz., p. 66.) (Fare clic sull'immagine per ingrandirla.)

Figura 3: In questa microfotografia, è possibile vedere la sospensione dell'embrione (punto B) durante lo stadio alaqah (di circa 15 giorni) nel grembo materno. La dimensione attuale del'embrione è di circa 0,6 mm. (The Developing Human (Lo sviluppo umano), Moore, 3ª ediz., p. 66, dam Histology (Istologia), Leeson e Leeson.)
Il terzo significato del termine alaqah è “coagulo sanguigno.” Si noti che l'aspetto esterno dell'embrione e del suo sacco durante lo stadio alaqah è simile a un coagulo sanguigno. Questo è dovuto alla presenza di una rilevante quantità di sangue nell'embione durante questo stadio (vedere figura 4). Anche se durante questo stadio, il sangue nell'embrione non circola fino alla terza settimana. Quindi, l'embrione a questo stadio è simile ad un coagulo.

Figura 4: Diagramma del sistema cardiovascolare primitivo in un embrione durante lo stadio alaqah. L'aspetto esterno dell'embrione e del suo sacco è simile al coagulo sanguigno, dovuto alla presenza di una rilevante quantità di sangue presente nell'embrione. (The Developing Human (Lo sviluppo umano), Moore, 5ª ediz., p. 65.)

Così i tre significati della parola alaqah corrispondono precisamente alle descrizioni dell'embrione allo stadio alaqah.
Lo stadio successivo menzionato nel versetto è lo stadio mudghah . Il termine arabo mudghah significa “sostanza masticata.” Se si prende una gomma, la si mastica e la si confronta con un embrione allo stadio mudghah , si concluderebbe che l'embrione nello stadio mudghah acquisisce l'aspetto di una sostanza masticata. Questo a causa dei metameri nella parte posteriore dell'embrione “che assomigliano a tracce di denti in una sostanza masticata.” (vedere figure 5 e 6).

Figura 5: Fotografia di un embrione allo stadio mudghah (di circa 28 giorni). L'embrione a questo stadio acquisisce l'aspetto di una sostanza masticata, a causa dei metameri nella parte posteriore dell'embrione che assomigliano a tracce di denti in una sostanza masticata. La dimensione attuale dell'embrione è di 4 mm. (The Developing Human (Lo sviluppo umano), Moore e Persaud, 5ª ediz., p. 82, dal professor Hideo Nishimura, Università di Kyoto, Kyoto, Giappone.)

Figura 6: Quando si fa un paragone tra l'aspetto dell'embrione allo stadio mudghah con un pezzo di gomma masticata, si trovano tra i due delle similitudini. A) Disegno di un embrione allo stadio mudghah. È possibile vedere qui i metameri nella parte posteriore dell'embrione che assomigliano a tracce di denti. (The Developing Human (Lo sviluppo umano), Moore e Persaud, 5ª ediz., p. 79.)B) Fotografia di un pezzo di gomma che è stata masticata.
Come avrebbe potuto il Profeta Mohammed (pbsl) conoscere tutto ciò 1400 anni fa, se gli scienziati l'hanno scoperto recentemente utilizzando equipaggiamenti avanzati e microscopi potenti che non esistevano a quel tempo? Hamm e Leeuwenhoek furono i primi scienziati a osservare le cellule di sperma umano (spermatozoi) utilizzando un microscopio potenziato nel 1677 (più di 1000 anni dopo il Profeta Mohammed (pbsl)). Essi erroneamente pensarono che le cellule di sperma contenessero un essere umano in miniatura già formato che cresceva quando veniva depositato nell'apparato genitale femminile.
Il professore emerito Keith L. Moore è uno dei principali scienziati al mondo nel campo dell'anatomia ed embriologia ed è l'autore del libro intitolato The Developing Human (Lo sviluppo umano), che è stato tradotto in otto lingue. Questo libro è un lavoro scientifico di riferimento e fu scelto da uno speciale comitato negli Stati Uniti come il miglior libro scritto da un solo autore.
Il dottor Keith Moore è professore emerito di Anatomia e Biologia cellulare all'Università di Toronto, Toronto, Canada. Nella stessa università fu preside associato di Scienze di base alla Facoltà di Medicina e per 8 anni fu il presidente del Dipartimento di Anatomia. Nel 1984, ricevette un riconoscimento molto importante nel campo dell'anatomia in Canada, il premio J.C.B. Grant dall'Associazione degli anatomisti canadesi. Ha diretto molte associazioni internazionali, come l'Associazione degli anatomisti canadesi e americani e il Concilio dell'Unione di Scienze biologiche.
Nel 1981, durante la settima Conferenza medica a Dammam, Arabia Saudita, il professor Moore disse:
“È stato un grande piacere per me chiarire alcune affermazioni del Corano sullo sviluppo umano. È chiaro che queste affermazioni suggerite a Mohammed provengono da Dio, perchè la maggior parte di queste conoscenze sono avvenute molti secoli dopo. Questo è la prova che Mohammed doveva essere il messaggero di Dio.”
Di conseguenza, al professore venne chiesto: “Crede che il Corano sia la parola di Dio?” Egli rispose: “Non ho difficoltà nell'accettarlo.”
Durante una conferenza, il professore disse:
“....Poiché gli stadi dello sviluppo dell'embrione sono complessi, a causa dei continui processi di cambiamento durante lo sviluppo, è stato proposto di utilizzare un nuovo sistema di classificazione utilizzando i termini menzionati nel Corano e nella Sunnah (ciò che Mohammed disse, fece o approvò). Il sistema proposto è semplice, globale e conforme alle conoscenze embriologiche attuali. Gli studi intensivi sul Corano e sugli hadeeth (relazioni trasmesse dai compagni del profeta Mohammed , di ciò che disse, fece o approvò) negli ultimi quattro anni hanno rivelato un sistema di classificazione degli embrioni umani che è sorprendente dal momento che fu registrato sette secoli dopo Cristo. Sebbene Aristotele, il fondatore della scienza embriologica, realizzò, attraverso i suoi studi su uova di gallina nel quarto secolo prima di Cristo, che i piccoli embrioni si sviluppano in stadi, non descrisse dettagliatamente gli stadi. Come si sa dalla storia dell'embriologia, non si hanno conoscenze sugli stadi e sulla classificazione di embrioni umani fino al diciassettesimo secolo. Per questa ragione, le descrizioni dell'embrione umano nel Corano non possono essere basate su conoscenze scientifiche del diciassettesimo secolo. L'unica conclusione ragionevole è: queste descrizioni furono rivelate a Mohammed da Dio. Egli non poteva conoscere tali dettagli perchè era analfabeta e non possedeva una mente scientifica.”

domenica 22 novembre 2009

Il Pellegrinaggio è il quinto pilastro dell'Islàm

Dice Allàh, sia gloria a Lui l'Altissimo, nel Sublime e Sapiente Corano:

"Il Pellegrinaggio alla Casa per amore di Allàh è un dovere di ogni uomo che ne abbia la possibilità."

"Eseguite il hàjj e la 'umrah per amore di Allàh".

Ci sono due tipi di pellegrinaggi: il pellegrinaggio maggiore (hàjj) e il pellegrinaggio minore (umràh)


Il Pellegrinaggio minore (Umràh)
Il Pellegrinaggio minore si può eseguire in ogni periodo dell'anno e quando si esegue nel mese di Ramadàn ha lo stesso valore del pellegrinaggio maggiore. La Mecca è all'interno di un territorio sacro in cui ci sono alcuni luoghi, indicati dallo stesso Profeta Mohammed (pbsl), dove i pellegrini devono mettersi in stato di consacrazione. Questi luoghi sono cinque, chiamati in arabo con il termine mauaqìt. Ognuno di questi posti è localizzato sul confine in relazione alla posizione geografica del paese di provenienza. Quando il pellegrino giunge al suo miqàt deve eseguire l'abluzione maggiore, tagliarsi le unghie, accorciarsi i capelli, profumarsi ed indossare il vestito del pellegrino. L'abito del pellegrino è costituito da due lunghe pezze di stoffa senza cuciture, pulita e bianca. La pezza che si avvolge intorno ai fianchi, sotto il petto, si chiama izàr, l'altra, che si indossa sulla parte superiore del corpo si chiama rìda. L' Izàr e rìda sono per gli uomini mentre le donne portano un normale abbigliamento, possibilmente bianco, islamicamente corretto, vale a dire che le uniche parti esposte siano le mani e il viso. Appena indossato l'abito del pellegrino, il fedele formula l'intenzione di eseguire il piccolo pellegrinaggio e lo inizia.

Il Pellegrinaggio maggiore
Il pellegrinaggio maggiore si svolge, a differenza del minore, in un periodo ben definito dell'anno. Questo periodo inizia l'ottavo giorno di zu-l-hìggia dodicesimo mese dell'anno lunare e termina il giorno tredici dello stesso mese.
Il fedele giunto nel suo miqàt si mette in stato di consacrazione ed esprime l'intenzione di effettuare l'hàgg.
Il giorno otto il pellegrino deve essere a Mina (località a qualche chilometro dalla Mecca) prima del mezzogiorno.
Dopo l'adorazione quotidiana dell'alba del giorno nove il pellegrino si mette in viaggio verso la pianura di 'Arafa, dove giunge verso mezzogiorno. Nella pianura di 'Arafa il fedele sosta in preghiera e in adorazione fino al tramonto. Al tramonto del sole il pellegrino lascia la pianura di 'Arafa, dirigendosi verso una località chiamata Mùzdàlifah. Qui il pellegrino esegue in "combinazione differita" l'adorazione quotidiana del tramonto e quella del calar delle tenebre, quest'ultima accorciata.
Dopo la preghiera dell'alba il pellegrino si reca, se è possibile, ad una montagna vicina, detta al-màsh'aru-l-haràm il sacro segnacolo, dove glorifica Allàh. Poi raccoglie sette sassolini, discende a Mina e procede alla "lapidazione di Satana" al pilastro detto giàmratu-l-'aqabah, dicendo ad ogni lancio: Allàhu àkbar.
Il dieci di Zu-l-hìggia, il giorno del sacrificio yàumu-n-nàr, in commemorazione della obbedienza incondizionata ed assoluta del profeta Ibrahìm, su di Lui la pace.
Dopo la "lapidazione di Satana" il pellegrino esegue l'immolazione della vittima sacrificale, la cui carne sarà distribuita ai bisognosi. Eseguito il sacrificio il pellegrino si rade i capelli o ne taglia qualche ciocca mentre le donne accorciano i capelli della lunghezza della punta di un dito. A questo punto cessano le limitazioni dello stato di ihràm ad eccezione del rapporto coniugale. Il pellegrino smette l'izàr e il rìda e si mette l'abito normale.
Successivamente il pellegrino si reca da Mina alla Mecca per eseguire la circumambulazione della nobile Kaaba. Eseguita, il pellegrino sale a Safa ed esegue il sà'y. Con il compimento della sà'y all'uscita da Màrua, nel giorno dieci cessa anche la limitazione dei rapporti coniugale, la vita ritorna "normale".
Nei tre giorni successivi, (undici, dodici e tredici, detti ayyàmu-t-tash/rìq), il pellegrino soggiorna a Mina, dove ogni giorno, nel pomeriggio, esegue la "lapidazione di Satana" ai tre pilastri, incominciando dal più piccolo e finendo con il più grande. Si può limitare la permanenza a Mina a due giorni e la partenza deve avvenire prima del tramonto.Prima di riprendere la via del ritorno il pellegrino passa alla Mecca dove compie la circumambulazione della Nobile Ka'ba per il commiato.

Il digiuno nel mese di Ramadan è il quarto pilastro dell'Islàm

Il mese di Ramadàn è il nono dell'anno egiriano e l'anno egiriano è lunare. L'anno egiriano è di 354 giorni e sull'anno solare, che è fisso, l'anno lunare si sposta in avanti di 11 giorni all'anno. I mesi dell'anno lunare non hanno giorni fissi , ma il numero dei giorni del mese dipende dal novilunio, che può avvenire o ventinove o trenta giorni dopo il novilunio del mese prima. Da ciò di deduce che ognuno dei mesi attraversi tutte e quattro le stagioni e quindi avrà archi diurni brevi durante l'inverno e lunghi durante l'estate. Siccome questa regola vale anche per il mese di Ramadàn e quindi ci saranno Ramadàn con giorni con archi diurni lunghi e altri brevi. Quando nell'emisfero nord è estate, in quello del sud è inverno e quando al nord è inverno al sud è estate. In questo modo a lungo andare i musulmani avranno digiunato lo stesso numero di ore! Il digiuno del Ramadàn consiste nel non assumere nè cibo ne bevande, nel non fumare, nel non avere rapporti coniugali, nel non ingerire nessun tipo di sostanze (anche medicinali) per via orale e nel non introdurre nel corpo, per qualsiasi altra via (iniezione, via rettale) sostanza o medicinali, nell'arco diurno, che inizia all'alba e termina al tramonto, per tutti i giorni del Ramadàn. Tutti i musulmani puberi, maschi e femmine, capaci di intendere e di volere, sono tenuti all'obbligo del digiuno. La rottura involontaria del digiuno non comporta nessuna sanzione, purchè, dopo aver preso coscienza della rottura involontaria, si riprenda il digiuno. Nel caso la rottura del digiuno sia consapevole il trasgressore è tenuto a rimediare in uno dei seguenti modi:
offrire un pasto a sessanta musulmani bisognosi
dare a sessanta musulmani l'equivalente in denaro di un pasto
fare digiuno di 60 giorni
Il digiuno comincia prima dell'inizio del tempo di adorazione rituale dell'alba (salàtu-l-fàjr) e deve essere preceduto dall'intenzione di digiunare per tutto il giorno seguente. Il tramonto del sole segna la fine del digiuno e cessa, quindi il dovere dell'astinenza. L'astinenza viene rotta mangiando o uno o tre datteri, o in mancanza dei datteri bevendo dell'acqua.
La rottura dell'astinenza giornaliera si chiama iftàr. All'avvicinarsi dell'alba viene fatta una piccola colazione detta suhùr con dei datteri. Quando spunta la luna nuova del decimo mese dell'anno lunare, il mese di Shawal, termina il mese di Ramadàn e con esso il digiuno. Nel primo mattino si celebra l'adorazione congressuale della solennità festiva della rottura del digiuno di Ramadàn, all'aperto e a cui tutti i musulmani della zona debbono partecipare. All'inizio della celebrazione ogni musulmano è tenuto a versare nella cassa della comunità una somma di denaro della zakàtu-l-fitr. Questa somma deve essere pagata anche per il neonato che è venuto al mondo prima della adorazione congressuale della solennità. L'importo del zakàtu-l-fitr è pari al valore di un pasto per ciascun componente della famiglia.
Sono esenti dal digiuno:
i malati (quando il digiuno sia gravemente pregiudiziale alla salute)
i viaggiatori ( per un viaggio di oltre 81 km per il periodo del trasferimento di andata e quello di ritorno)
Hanno facoltà di non digiunare:
le donne che allattano
le persone in età avanzata
Il digiuno è proibito alle donne mestruate e in puerperio. Quando le cause legittime della interruzione del digiuno cessano l'interessato o l'interessata sono tenuti a recuperare i giorni in cui non hanno fatto digiuno in Ramadàn. Per le persone anziane che non possono per ragioni di salute affrontare il digiuno sono previste due alternative:
qualora la persona anziana possa praticare il digiuno per almeno un giorno, il digiunare quel giorno con l'intenzione di digiunare per tutto il mese di Ramadàn, rende assolto l'obbligo, se la persona non può digiunare nemmeno un giorno, per le sue precarie condizioni fisiche, l'obbligo del digiuno si assolve in due modi:
a) con l'offerta di un pasto al giorno , per tutto il periodo del Ramadàn ad un musulmano indigente), con l'offerta di una somma sufficiente ad assicurare un pasto al giorno per tutti i giorni del mese di Ramadàn.
In tutto questo mese santo le opere compiute hanno presso Allàh un pregio superiore alle opere compiute negli altri mesi. Il mese di Ramadàn è il mese dello sforzo per arricchire la spiritualità, per aumentare la fede, per approfondire la scienza religiosa , per aumentare il timore di Allah, per migliorare la condotta morale e per dare maggiore forza alla pratica dell'Islàm e alla diffusione della parola d'Allàh. Il Ramadàn è il mese del colloquio con se stesso, il mese dei bilanci e dei programmi futuri, è il mese del rafforzamento del proposito di camminare nella retta via, nella salvifica luce del Sublime e Sapiente Corano e dell'Insegnamento del Profeta Muhammad (pbsl). Quando due musulmani si incontrano in Ramadàn, dopo l'augurio di pace (as-salàmu 'alàikum e la riposta (ua 'alàikumu-s-salàm ua ràhmatullàh) si scambiano l'augurio di Ramadàn dicendo: Ramadàn karìm! (Generoso Ramadàn) e rispondendo: Allàhu àkram! ( Allàh è più generoso!)

La Zakàh è il terzo pilastro dell'Islàm

Dice Allàh, sia gloria a Lui l'Altissimo, nel Sublime e Sapiente Corano:

"Eseguite l'adorazione rituale quotidiana, pagate l'imposta coranica ed ubbidite all'Apostolo, può darsi che vi venga usata misericordi."

"Annuncia a coloro che accumulano l'oro e l'argento, invece di spendere queste loro ricchezze per la causa di Allàh, che li attende un castigo."

"I proventi dell'imposta coranica devono essere utilizzati a beneficio: dei poveri, dei bisognosi, degli esattori (incaricati a riscuotere l'imposta) per coloro i cui cuori sono stati conciliati (all'Islàm) per la liberazione dei prigionieri, per i debitori inadempienti (per motivi che non dipendono dalla loro volontà) per la causa di Allàh, per il viandante"
Il versamento dell'imposta coranica per i fini sopra indicati, è un dovere imposto da Allàh ed Allàh è l'Onnisciente il Sapiente. Il debito di imposta viene in essere dal possesso di 200 dracme oppure 20 dinari, che sono il minimo imponibile. Il minimo imponibile si chiama nisàb. Il dinaro ha valore di 4,8 grammi d'oro (il peso di una "unità di misura del peso" detta mithqàl) Il nisàb dell'oro è pari al valore di 96 grammi d'oro. Infatti, moltiplicando 4,8 (il peso in oro di un dinaro) per 20 (il numero dei dinari di cui è necessario il possesso per il minimo imponibile), si ottiene il peso di 96 grammi di oro). L' imposta coranica di un mezzo dinaro equivale a 2,4 grammi d'oro e 2,4 è esattamente il 2,50% di 96. I beni soggetti ad imposta coranica sono:
oro
argento
mercanzia
gioielli
Sono soggetti ad imposta coranica, ma in misura diversa dal 2,50%:
i prodotti agricoli
le miniere
il tesoro
il bestiame
Per i prodotti agricoli è dovuto, a titolo d'imposta coranica, il decimo del valore, se la cultura non richiede spese di irrigazione, mentre è di un ventesimo, se richiede spese di irrigazione. Per le miniere è dovuta una imposta pari ad un quinto del valore, solo se viene scoperta in un terreno soggetto alla decima. Per il tesoro nascosto sotto terra è dovuta una imposta pari al 10% del valore, tranne che si tratti di pietre preziose. Per il bestiame è stata elaborata dalla giurisprudenza islamica una tabella dettagliata di quanto dovuto in natura dai proprietari di mandrie e di greggi, in rapporto alle specie di bestiame ed al numero di capi. Sono esenti dall'imposta le mandrie di meno di sei cammelli e di trentuno bovini e i greggi di pecore, o di capre con meno di quarantuno capi.

Il calcolo del nisàb in Italia
In Italia il calcolo del nisàb si effettua moltiplicando per 96 la quotazione dell'oro alla Borsa valori di Milano, nel giorno in cui spira l'anno da quando il cespite tassabile è entrato nel patrimonio.Se uno cespiti patrimoniali ha il valore superiore al nisàb, il proprietario è tenuto al pagamento del 2,50% del valore di esso a titolo di imposta coranica.

mercoledì 11 novembre 2009

Le cinque preghiere quotidiane...

... all'alba, a mezzo giorno, nel pomeriggio, al crepuscolo e di notte tutti i musulmani in buona salute, devono prima lavarsi e poi rivolgersi in direzione di La Mecca per rendere lode ad Allah (swt).
Le abluzioni sono il simbolo del ritorno dell'uomo alla primitiva purezza. Se il credente è a casa sua, sceglie un angolo pulito e prega generalmente su un tappeto o su una stuoia. In Moschea la liturgia non cambia, ma le direttive vengono date ad alta voce dall'Imam il religioso o il laico che conduce la preghiera. Il musulmano può pregare anche in ufficio o per strada o dovunque si trovi.
Ognuna delle cinque preghiere è codificata da una liturgia che comprende sia il piano individuale che quello collettivo. La preghiera è anche il momento privilegiato del rapporto intimo con Allah (swt), la confessione diretta. L'incontro con Allah (swt) può essere moltiplicato nelle preghiere solitarie, silenziose anche in strada di giorno e di notte.
I musulmani recitano cinque preghiere al giorno. Ogni preghiera dura pochi minuti. La preghiera nell'Islam è un collegamento diretto tra l'adoratore e Allah (swt). Non esistono intermediari tra Allah (swt) e l'adoratore.
Nella preghiera, la persona sente felicità interiore, pace, e conforto, e così Allah (swt) è lieto con lui o lei. Il profeta Mohammed disse:
(Bilal, chiama (il popolo) alla preghiera, lascia che essi ne siano confortati.) Bilal fu uno dei compagni di Mohammed incaricato di chiamare il popolo alla preghiera.